Esattamente 10 anni fa, il 22 ottobre 2007, nella Sala Gialla di Palazzo d’Iseo
venne sottoscritto con la solennità che meritava l’evento, il “Protocollo d’intesa per la costruzione del nuovo ospedale di Anagni ed adeguamento del P.O. dott. Giorgio Pompeo di Ferentino”. Intervennero l’assessore regionale alla Sanità, il manager della Asl frusinate, i sindaci di Anagni e Ferentino, gli onorevoli Fiorito e De Angelis. La decisione e l’accordo, erano il doveroso seguito agli studi analitici che avevano condiviso la necessità di una struttura sanitaria adeguata, arrivando a concordare la costruzione del nuovo ospedale nei pressi del casello autostradale. Le cose non possono essere migliorate, anzi. Eppure bastò poco a far cambiare idea alla Regione, che invece di ampliare e costruire avrebbe smantellato quel poco di esistente. Il presidente Marrazzo, assediato nella Sala Teatro del Convitto Principe di Piemonte, mostrò il documento redatto ore prima attraverso il quale si destinavano alla costruzione del nuovo ospedale, le somme ricavate dalla vendita del dismesso nosocomio di Frosinone. Una boutade ripetuta il mese scorso dal dott. Macchitella “vendendo la Clinica Madonna delle Grazie, realizzeremo ad Anagni il reparto di Radiologia!”. Dopo 10 anni di delusioni, cortei, promesse da marinaio ed altro, la minaccia di Fausto Bassetta di porre fine ad una esperienza non esaltante avrebbe ottenuto la strana promessa di un contentino; una soluzione che, nell’ipotesi di realizzazione, sarebbe misera cosa rispetto alle esigenze del territorio. La triste vicenda, nata avendo come levatrici i rappresentanti di diverse formazioni politiche, è riferibile nel seguito al Partito Democratico; ai singulti di vertici e dirigenti che sembrano, in ogni loro azione, ispirati dalla illogica presunzione di punire chi non si proni (e non li voti). Gli anagnini, e con loro i cittadini del vasto territorio, destinatari degli strali di una vendetta anacronistica e surreale? Forse è andata proprio così. E, a quanto pare, non è finita.
