Giovedì 30 ottobre, una viavai di curiosi al Ristorante del Gallo. Seduti ad un tavolo appartato, un giovane imprenditore ed il suo (sua) legale.

L’andirivieni dal Comune non passava inosservato, e qualcuno ricordava il collegamento con il Gallo di Giuseppe Gioacchino Belli, il poeta bastonatore dei potenti e delle umane debolezze. Qualche rima: “N’avere, vvisti annà a la ghijjottina da venti a trenta, tra er Popolo e Pponte. Ce fussi stato un cavajjere, un conte, un monsiggnore, una perzona fina. … A ssu’ Eccellenza, a ssu’ Maestà, a ssu’ Artezza fumi, patacche, titoli e sprennori; e a nnoantri artiggiani e sservitori er bastone, l’imbasto e la capezza. A chi, però, il bastone? Vedremo …

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Al Gallo … non solo Timballo!
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